Il primo impatto con la città è caotico. Una colata informe di cemento, un susseguirsi di casermoni senza soluzione di continuità, una immensa distesa di edifici bianchi che incontra, all’orizzonte, il blu del Mar Mediterraneo; questa è la vista che si presenta agli occhi di chi arriva via mare o via aereo. Ma per capire una città bisogna perdersi, perdersi tra le sue strade, i suoi palazzi, la sua gente. “Atene è una brutta città” dicono in tanti. Non è vero: “dipende da dove vai e da come la osservi”.
Camminando nella “down town”, nei quartieri che si sviluppano ai piedi della collina dell’Acropoli e tutt’intorno ad essa, sei immerso in una città a colori: è la “street art” di Atene.
Il contrasto, tra zone povere e zone benestanti, tra abitazioni moderne e edifici abbandonati e semi distrutti, tra negozi di lusso e vagabondi senza tetto, tra strade sporche e malfamate e piazze famose e turistiche, è disarmante, ma ancor più lo è la vicinanza tra muri bianchi e immacolati e muri tappezzati di tag, scritte, graffiti, stencil, in molti casi vere e proprie opere d’arte. La “street art” di Atene ha colorato la città. Oggi è impossibile immaginare Atene senza i suoi colori.
Tutto è iniziato con la ormai famosa e quasi dimenticata “crisi greca”, e oggi il fascino di Atene va ben oltre l’arte classica, l’archeologia, i musei, e risiede nel senso di libertà, nella voglia di riscatto e di rinascita, di espressione e di ribellione, nella ricerca di creatività e di opportunità. La “street art” di Atene è un atto di resistenza, una delle migliori in Europa per la grande forza comunicativa, l’impatto politico e sociale, la qualità e la varietà degli artisti e delle loro opere. Atene non è più solo e soltanto l’Acropoli e la Plaka. No! Atene è Metaxourgeio, quartiere nato come area industriale, fino a pochi anni fa in completo stato di abbandono; è Exarchia, il quartiere ribelle, anarchico, in cui ebbe inizio la rivolta contro la dittatura fascista dei colonnelli, un quartiere altamente sconsigliato da tutte le guide, ma dove in realtà si passeggia tranquillamente; è Gazi, quartiere che non godeva di una buona fama, sorto attorno ad una grande fabbrica di gas, poi trasformata nel più grande centro di cultura in città, Technopolis, e da allora tutto è cambiato; è Psyrri, trandy e alternativo. Quartieri pieni di bar, gallerie d’arte, piccoli teatri, luoghi di ritrovo. Non incontri turisti qui, forse qualcuno sì, ma in compenso sei ad Atene, incontri gli ateniesi, ma soprattutto incontri loro, gli “street artists” greci: INO, Wild Drawing (WD), Cacao Rocks, Vasmoulakis, Exit, Achilles, STMTS, Bleeps… e molti altri, provenienti ormai da tutto il mondo.
Sono loro che raccontano la storia di Atene, la storia della crisi greca, che puntano i riflettori sui problemi dell’immigrazione, del razzismo, degli abusi, ma sono loro che spesso trasmettono anche ironia, allegria, amore, con opere di ogni tipo e grandezza. Un vero e proprio bombardamento di arte che fa girare la testa. Il tutto grazie ad una politica permissiva che concede agli artisti di realizzare le opere negli spazi pubblici in rovina.
“Se vuoi imparare qualcosa su una città guarda i suoi muri. Fai una passeggiata ad Atene e capirai”. (INO)
Giuliana Rogano
giulianarogano@gmail.com