BAGLIORI SULLA COLLINA

Solitamente, quando si parla di U.F.O., come è giusto che sia, si tende ad associare la parola ad ipotetiche astronavi, navicelle spaziali, dischi volanti o similari. Essa, come è noto, sta per “oggetti volanti non identificati”, ma gli appassionati e studiosi del fenomeno sanno bene che è molto riduttivo limitarsi a questa spiegazione letterale. Esistono, infatti, molteplici argomenti che possiamo associare a fenomeni appartenenti alla sfera del mistero o dell’ignoto. Solo per citarne alcuni: i “Crop Circles”, più noti come cerchi nel grano o pittogrammi; gli “Oopart”, oggetti fuori tempo; le “E.B.E.”, Entità biologiche Extraterrestri; i “Chupacabras”, strani essere viventi; gli “Orbs”, sfere luminose e/o colorate, fenomeno oscillante tra la scienza e il paranormale e tanto altro ancora. Oggi vi racconto quanto accaduto ad una nostra concittadina casertana, una cara amica, Elisa C.. Elisa è una persona normalissima, giovane ed istruita, lavoratrice e madre a tempo pieno, in perfette condizioni psico-fisiche – adesso anch’essa socia del C.U.F.O.M. “Centro Ufologico Mediterraneo” –, che si rivolse alla nostra associazione per un avvistamento sconvolgente, scioccante per le sue dinamiche. Erano le 15,30 circa di un pomeriggio del mese di aprile dell’anno scorso (2018 ndr.). Elisa parlava al telefono e guardava fuori dalla finestra aperta della cucina in direzione della collina che si staglia di fronte al suo palazzo (siamo in zona ospedale di Caserta, per chi è pratico) quando, improvvisamente, nota, nonostante la forte luce solare del pomeriggio, una serie di sagome umanoidi fatte di luce, splendenti, intente a camminare o comunque a muoversi lungo un tratto di terra sulla montagna poco più in basso del vecchio monastero che sovrasta la zona. Quattro figure, una altissima e altre tre più piccole che si muovevano in fila indiana quasi come se stessero marciando. Elisa ne fa la cronaca in diretta al suo interlocutore, senza avere la prontezza né il tempo di filmare l’evento, la scena sarebbe durata una trentina di secondi in tutto. Sentimenti contrapposti di meraviglia, paura e incredulità, a quel punto attanagliano e paralizzano la donna che non può fare altro che restare a guardare la montagna con gli occhi sbarrati. Poi le figure scompaiono come arrampicandosi su un cespuglio tutt’ora presente. Sul posto, come abbiamo potuto verificare in seguito, il punto indicatoci era l’unico tratto percorribile a piedi di tutta la zona, per il resto piena di sterpaglia e rovi, percorsi accidentati che ci hanno creato non poche difficoltà per ispezionarli. Quelli sono gli unici dieci metri di sentiero che permettono una “passeggiata”. Inoltre, proprio sotto di noi, molto più in basso e all’interno, c’è un grande spiazzo, una grande cava nella montagna, che, volendo fare un salto con la fantasia, permetterebbe l’atterraggio di qualsiasi mezzo volante senza essere visto perché completamente nascosto dalla collina circostante. La distanza misurata tramite Google Earth tra la finestra e il luogo dell’avvistamento è di circa 400 mt., pertanto, si è stimato che la figura luminosa avrebbe dovuto essere di almeno 3 metri di altezza per essere notata dalla donna. È stato comunque un evento che Elisa non dimenticherà più, che l’ha segnata per sempre, spingendola a confrontarsi con altre persone che le credono, che hanno avuto esperienze simili e che hanno conoscenza della casistica già esistente. Al prossimo convegno che si terrà a Caserta, entro la fine dell’anno, sarà possibile conoscere Elisa, farle delle domande ed eventualmente raccontare la propria esperienza, qualora si fosse notato in passato qualche fenomeno non immediatamente spiegabile. Si ringrazia la signora Elisa per l’autorizzazione prestata alla pubblicazione della sua storia.

Bruno Foria
bruno.foria@libero.it

 

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