LA CHIESA SENZA CAMPANE CHE ATTRAE CENTINAIA DI FEDELI

Per seguirci in questo percorso poco battuto e ricco di storia, dovrete abbandonare per qualche tempo la confusione assordante della folla che anima piazza San Domenico o corso Umberto, e inerpicarvi insieme a noi in un luogo nascosto, che visiti solo se lo conosci.
Via Giovanni Paladino è una strada dritta, che parte da piazzetta Nilo e si allunga per pochi metri, tra palazzi antichi, botteghe, ingressi in sagrestie e aule universitarie. Una strada silenziosa, in cui arrivano attutiti i rumori delle piazze e strade brulicanti di turisti, studenti, lavoratori. Arrivati in fondo al vicolo, non è detto che vi accorgiate della presenza di un vero e proprio tesoro, ovvero della basilica del Gesù Vecchio, detta anche della Madonna di Don Placido, protagonista di un evento destinato a trasformare annualmente i connotati della zona.
Stiamo parlando del cosiddetto “sabato privilegiato”, una tradizione tanto antica quanto meno nota di quel che meriterebbe. Le origini di questo evento, che si ripete da quasi due secoli, sono da rintracciare negli anni immediatamente successivi alla rivoluzione napoletana, quando un giovane, Placido Baccher, venne accusato di aver partecipato a una congiura contro il re. Disperato e innocente, Placido si vide apparire, proprio il giorno prima del processo, la Madonna in persona all’interno della sua cella, portatrice di una rassicurante promessa: sarebbe scampato alla condanna a morte. Gli eventi diedero ragione all’apparizione, e quando Placido, nel 1806, divenne sacerdote della basilica del Gesù vecchio, commissionò a Nicola Ingaldi una statua della Madonna così come gli era apparso in prigione, ancora oggi posta in cima all’altare della basilica.
La fama del frate, da molti ritenuto un santo, e della sua Madonna crebbe sempre più. Non solo il popolino e i commercianti della zona, ma anche gli aristocratici e persino il re presero a frequentare la basilica, finché, venti anni dopo, il 30 dicembre 1926, la Madonna venne incoronata protettrice di Napoli. Il giorno dopo l’incoronazione, apparve nuovamente a don Placido, chiedendogli di celebrare ogni anno il sabato successivo a quello della ricorrenza della sua incoronazione con una festa che esaltasse il suo altare. Quest’anno il sabato è capitato il 4 di gennaio e anche quest’anno, puntuale, la folla ha onorato la sua Madonna accalcandosi tra le mura di una chiesa senza campane, che pure attrae tanti fedeli.
Oggi come e più di ieri, la celebrazione del sabato privilegiato coinvolge una moltitudine di genti provenienti anche da altre regioni. Ma non è solo il regno dei fedeli, questo: quel che colpisce è l’incredibile ricchezza delle opere ivi contenute, che vantano le firme di Cosimo Fanzago, Battistello Caracciolo, Marco Pino da Siena, Francesco Solimena, Francesco de Mura, Cesare Fracanzano e Girolamo Cenatiempo. Una bellezza da lasciare senza fiato chiunque: anche chi è senza fede.

Francesca Gerla
fra.gerla@libero.it

0 replies on “LA CHIESA SENZA CAMPANE CHE ATTRAE CENTINAIA DI FEDELI”