IL POTERE DELLA GENTILEZZA

C’è una frase di Platone che, più di tante altre, mi rimase impressa quando la lessi durante gli studi di filosofia alle scuole superiori. “Ogni persona che incontri sta combattendo una battaglia di cui non sai nulla. Sii gentile. Sempre”.
Quanto è vero ciò che diceva il filosofo ateniese. Eppure quanto è difficile metterlo in pratica. Perché se davvero fosse la gentilezza a dominare i nostri comportamenti, di certo i rapporti umani sarebbero di gran lunga migliori e si eviterebbero tante acredini che non portano a nulla e fanno stare male tutti.
Platone ci invita così alla gentilezza, che deve diventare un abito, una misura di comportamento in ogni contesto nel quale ci troviamo. Credo tuttavia che, in determinate situazioni, noi abbiamo un dovere professionale, prima ancora che umano, di essere gentili con gli altri.
Essere gentili vuol dire saper ascoltare il nostro interlocutore con interesse e attenzione, mostrare sensibilità verso quello che ci dice e riuscire, quando serve, ad essere duri ma sempre rispettosi delle sue ragioni e della sua stessa onorabilità. Essere gentili significa sorridere quando ci viene chiesto qualcosa. Sorridere e non scaricare sull’altro le nostre frustrazioni e i nostri pensieri. Sorridere e trattare le persone con accoglienza e disponibilità. La vita ci fornisce ogni giorno innumerevoli occasioni per essere gentili. Mentre guidiamo, dando la precedenza ad un’auto che può passare solo se noi le concediamo di farlo. Al supermercato nella zona davanti alle casse, quando permettiamo a chi è dietro con due, tre cose in mano, di pagare prima e non aspettare che il nostro carrello pieno si svuoti. Oppure ringraziando una persona che con noi è stata gentile, trasmettendole la gratitudine per averci ascoltato e capito. Basta un attimo, un gesto piccolo e subito ci rendiamo conto di quanto ci ha fatto stare meglio. Quando siamo gentili con gli altri, aiutiamo noi stessi e alziamo il livello del nostro umore prima ancora di quello verso il quale la gentilezza è diretta. Così come, al contrario, quando siamo sgarbati, dopo ci sentiamo peggio.
Eppure di persone sgarbate e prive di gentilezza nella nostra vita ne incontriamo tante. Talvolta i loro modi sono cosi sprezzanti da lasciarci senza parole. E così cerchiamo di fare degli sforzi di memoria per provare a ricordarci quando e come abbiamo sbagliato, cosa può avere urtato la suscettibilità di quella persona da indurla a trattarci in malo modo, ma non troviamo un motivo cha sia valido. Nemmeno uno. Perché in realtà non abbiamo fatto nulla.
È lui che è così. Pensate a quei medici che girano nei corridoi degli ospedali con facce cupe e scontrose. Ti guardano in modo sgarbato. Quando i pazienti gli parlano, loro si girano da un’altra parte; oppure li seguono con gli occhi ma con la testa sono altrove; non sentono ciò che gli viene detto, all’improvviso liquidano il paziente e si allontanano con una scusa. Pensate all’impiegato dietro lo sportello; saluta solo i suoi superiori; ascolta il pubblico con aria distratta; poi si allontana, parlotta con un collega e ritorna ancora più scocciato. Pensate ancora alla cassiera del market: passa i prodotti e vi rivolge la parola senza mai guardarvi negli occhi. Se chiedete qualcosa, magari una busta, vi risponde gettandovela con fastidio sulla cassa; Poi, quando deve comunicare il totale, lo fa con voce quasi sommessa, così da non farvi capire nulla costringendovi a richiederlo. Sono il peggior biglietto da visita per l’attività. Se i proprietari dei negozi sottoponessero ad una valutazione di gentilezza verso i clienti i loro dipendenti, credo che potrebbero migliorare di molto l’andamento dei loro affari tagliando gli addetti sgarbati e nervosi col pubblico.
Essere gentili è dunque un dovere e una esigenza. Ci fa vivere meglio, facendo evolvere il nostro rapporto con gli altri ed evitandoci beghe e futili discussioni. Essere gentili è un investimento sul nostro benessere e istilla nella società il seme della cordialità e della condivisione. La gentilezza è un modus vivendi contagioso. Pratichiamola e facciamola circolare. Il mondo ci ringrazierà.

Aldo taraschi

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