LA POLACCA AVERSANA, SAPORE CAMPANO

È scandaloso, lo so, ma ci sono dei napoletani senza vergogna che non conoscono una vera meraviglia della pasticceria campana: la polacca aversana.

Ebbene, una di queste scandalose napoletane ero proprio io, ma fortunatamente esistono gli amici a educarti. Correva l’anno 2016 e a conclusione di un ciclo di repliche del nostro spettacolo teatrale Regine, invitai a pranzo i correi di quest’impresa: il regista Giuseppe Bucci, l’attrice Rosaria De Cicco, la scrittrice Chiara Tortorelli e infine il principale responsabile della mia rieducazione pasticcera, Pino Imperatore. Io, Chiara e Pino avevamo firmato la sceneggiatura dello spettacolo insieme al regista e ad Arnolfo Petri, l’allora direttore del teatro napoletano Il Primo, e Rosaria era stata la nostra splendida protagonista. Dopo tante corse e qualche soddisfazione, finalmente ci saremmo seduti tranquilli intorno alla mia tavola a gustare la serenità successiva al turbinio di eventi e spettacoli. Pino, aversano di adozione, dichiarò: “Vengo, vengo con piacere, vengo con Felicia e con la Polacca”. “E chi è questa polacca?”  “Poi te la presento”.

Rimasi nel dubbio se aggiungere un posto a tavola fino al giorno del pranzo, quando adocchiai la polacca dentro la scatola, morbidamente distesa sul suo lettino dorato.

Ed è così che ho fatto conoscenza con un dolce fantastico, di cui potete pure ammirare le foto ma che va provato e basta. La crema, quella bella crema pasticcera che dalle nostre parti assume il carattere di vero e proprio nettare degli dei, alloggia in un impasto tipo brioche e ospita amarene sciroppate… Devo aggiungere altro?

Ma vediamo dove nasce la Polacca e a cosa deve questo curioso nome, così lontano dalle nostre latitudini. Questa storia mi piace particolarmente, perché è una storia di famiglia ed è in seno alle tradizioni familiari che nascono i più preziosi gioielli della pasticceria italiana. Nicola e Maria Mungiguerra ebbero l’intuizione di trasformare e riadattare una ricetta suggerita loro da una suora dell’Est (da cui deriva il nome di “Polacca”) e l’hanno poi riproposta al pubblico negli anni venti del secolo scorso, facendo sì che si imponesse come dolce domenicale della città di Aversa e delle zone limitrofe. Nel giro di qualche decennio, ha iniziato a conquistare i palati di tanti vip che non starò ad elencarvi.

Ma veniamo al dunque, ossia a come poter assaggiare questo dolce che si propone in due versioni, a torta e a monoporzioni definite “Polacchine”. Dove trovarle? In qualsiasi pasticceria e bar aversano e non solo… A meno che non siate a dieta, in tal caso vi consiglio di stare alla larga, perché la Polacca aversana crea dipendenza e provoca una forma specifica di tolleranza alimentare. Chi assaggia la polacca comincia a contare solo dopo la terza fetta…

Francesca Gerla
fra.gerla@libero.it

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