LA SEDIA FANTASMA

Siamo a maggio, ma sembra di essere a marzo, a volte anche a febbraio! Fa un freddo e soffia un vento che a momenti ho la sensazione di essere tornato a vivere oltralpe. Con questo tempo non me ne vado di certo in giro per locande e ristoranti, preferisco dedicarmi allo studio, agli equilibri, alla ricerca della sintesi perfetta tra gusto e salubrità. Insomma, resto a casa e da dietro le finestre mi compiaccio della pioggia che cade e programmo i miei appuntamenti di degustazione. E pensare che l’anno scorso, in questo stesso periodo, ero a Ventotene con Jean Charles, in calzoncini e t-shirt. Lui faceva un giro in barca della costa italiana occidentale con la moglie Simone, mi hanno invitato ed io ho risposto alla call.
Dopo la traversata da Gaeta, a motore “ne pas perdre de temps!”, abbiamo ormeggiato al porto turistico, rassettato quel po’ che c’era da rassettare, non avendo le vele neppure visto di che colore era il cielo e siamo scesi a terra. Il molo galleggiante amplificava il mal di terra che ti prende ogni volta che stai per più di qualche ora in navigazione e come me, anche Crudo ha faticato un po’ a ritrovare l’equilibrio. Non pensavo che ce l’avrebbe fatta, lui odia l’acqua, il le déteste! Insomma, era tardo pomeriggio e da buoni europei continentali avevamo una fame da lupi. Ventotene non è tanto grande, ma Jean Charles oltre ai portolani ama consultare le guide alla cucina dei luoghi che visita e così ci invitò ad accomodarci da Zì Amalia, un piccolo ristorante che si trova appena arrivati nella piazza alta dell’isola. Ci siamo seduti all’aperto, sotto un piccolissimo portico. Eravamo gli unici clienti, gli unici seduti per mangiare.
Dopo qualche minuto arriva Paola, che ci elenca le portate a disposizione, le lasciamo assolvere il suo compito, noi già sapevamo. Ordiniamo tre zuppe di lenticchie e una bottiglia di Greco di Tufo – Fattoria la Rivolta, su indicazione di Jean Charles. Che dire? Le lenticchie di Ventotene sono famose in tutto il mondo per le loro particolari caratteristiche e per le loro proprietà nutritive, un filo d’olio bio, un peperoncino piccante, qualche crostino e sei un principe erede al trono del regno del piacere. Avevo legato il guinzaglio di Crudo alla mia sedia, per evitare che s’intrufolasse sotto il tavolo disturbando i miei ospiti con le sue insistenti pretese di considerazione; quando ci siamo alzati però lui si è mosso e non essendoci più il mio peso sopra, la sedia ha seguito il suo movimento e Crudo, spaventato come mai, ha preso a correre con quella sedia legata al suo guinzaglio come se avesse alle calcagna un esercito di gatti zombie. Bah.

Antoine Igos
antoineigos@gmail.com

0 replies on “LA SEDIA FANTASMA”