C’è una riflessione che mi preme dentro in questi giorni.
L’immigrazione non si fermerà, pensarlo è sciocco, non si è mai fermata da che mondo è mondo e non lo farà di certo ora. Ognuno di noi se ci facessimo l’esame del dna, verrebbe fuori che appartiene a regioni della terra differenti e lontane e l’immigrazione a dirla tutta non è un problema, è un dato di fatto e un’opportunità e potrebbe trasformarsi in una grande risorsa, il problema è il modo in cui la stiamo affrontando e la narrazione costante che ci abbiamo costruito.
Prendere atto di questo invece di innalzare muri inutili o fare leggi superficiali e sciocche che creano un problema sempre più complesso e doloroso, non è una questione di destra o sinistra, ma di intelligenza. Trovare soluzioni sensate e fertili per l’integrazione, e sono possibili, ormai è più che evidente, è una questione di intelligenza, non di partito politico
e per intelligenza intendo una facoltà a tutto tondo, che comprenda in sé anche l’intelligenza emotiva e non si limiti alla capacità di fare bene e rapidamente dei calcoli.
Continuare a porla in termini di destra e sinistra, usare questo tema per questioni politiche, a me sembra disonesto. Ai problemi, a tutti i problemi, per lo più non ci sono soluzioni di destra o di sinistra, ci sono soluzioni o rimedi palliativi che creano più danni che altro.
Per esempio in tanti secoli di storia il proibizionismo non ha mai funzionato come deterrente nella costruzione di una civiltà più libera, rispettosa e onesta… Semmai in ogni situazione ha alimentato la nascita di un’illegalità sottocutanea, difficilissima poi da debellare.
Il che significa che, semplicemente, vietare qualcosa non è mai la soluzione più efficace di fronte ad una tendenza che si manifesta. È necessario allargare lo sguardo, interrogarsi e capire. E poi, solo poi, decidere cosa fare. Chiudere una frontiera alimenta il mercato dei viaggi clandestini generando un mondo spietato e senza scrupoli che sulle vite umane poi ci specula.
Le soluzioni di destra, così chiamate, molto spesso semplicemente, non sono soluzioni, ma il rifiuto di affrontare un problema che teoricamente in quella visione della vita non si dovrebbe manifestare. Non partono dalla vita, ma da una teoria su come la vita dovrebbe essere e proseguono divieti su divieti in quella direzione sperando che qualcosa migliori, mentre normalmente la situazione peggiora sempre più e si ottiene il risultato opposto.
Accogliere un immigrato non è una questione di bontà ma di intelligenza, sarebbe arrivato il momento di accorgersene.
[Anche perché immaginate di aver fatto un viaggio doloroso e allucinante per arrivare in un Paese lontano che non vi assomiglia affatto, immaginate di aver salva la vita per miracolo e quindi di saper bene quanto vale una vita, immaginate che quel Paese non solo vi accolga come un essere umano allo stremo, ma vi dimostri fiducia, vi dia la possibilità di riabitare dei paesi che i cittadini di quel Paese hanno abbandonato e vi chieda di collaborare per una rinascita, che conti su di voi per far crescere tutta la nazione, perché sa che siete forti e motivati, vi offra davvero una nuova patria! Ma voi, dopo tutto quello che avete passato, non sareste così felici e così grati da ripagare abbondantemente tutta quella fiducia con ogni sforzo a voi possibile?]
Claudia Fabris
ratacla@libero.it