I migranti sono al centro di ampi dibattiti, ormai da tempo, in tutti i Paesi europei. Il partito dell’accoglienza si scontra con quello del “ributtiamoli a mare” ed ognuno, per il suo verso, cerca soluzioni. L’Unione Europea sta pensando di riconoscere diecimila euro per ogni migrante accolto, stabilendo (anche) un limite annuale di accoglienze. Contemporanemente, la stessa UE ha sottoscritto un accordo con la Turchia, e sta cercano di farlo anche con Nigeria e Libano, per bloccare o quantomeno, contenere i flussi. Sono accordi comodi per l’Europa, ma non degni della nostra storia e dei nostri presunti valori. Qualche Paese ha alzato muri e recinzioni, l’Inghilterra ha preferito abbandonare l’Unione pur di non dover sottostare a regole comuni sul tema. Queste iniziative ricordano ciò che inutilmente fecero i romani per proteggere l’impero dai barbari: Costruzione dei “Valli” e accordi con le popolazioni limitrofe. In verità, finora tutti hanno affrontato il problema come momentaneo e governabile, ma i numeri dicono tutt’altro. L’Europa ha oggi circa settecentotrenta milioni di abitanti e l’Africa un miliardo e cento. Tra soli 34 anni, nel 2050 l’Europa scenderà a seicentottanta milioni e l’Africa arriverà a due miliardi ed il suo trend di crescita, il maggiore nel mondo, la porterà, nel 2100, a quattro miliardi di abitanti. Occorrerà che il continente, in uno con l’incremento demografico, abbia una crescita dell’agricoltura e dell’economia tale da coprire i nuovi enormi fabbisogni. Gli organismi internazionali dovrebbero urgentemente programmare dei piani di sviluppo per i Paesi africani. La Ue potrebbe iniziare vincolando le somme erogate ai paesi “blocca migranti” a piani concordati di sviluppo. Restare fermi vorrebbe dire mettere a rischio la sopravvivenza di milioni di persone e dell’Europa stessa, che potrebbe essere fagocitata in una “Eurafrica”. Certamente occorreranno grandi risorse e grandi sacrifici, ma solo così potremo restare europei ed essere orgogliosi di esserlo.
Luigi Vecchione
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