QUANDO L’ANIMA PRENDE FUOCO

È inutile che ci giriamo attorno. L’unica speranza per la musica è l’amore. L’amore e l’odio, perché solo una canzone ti permette di scrivere lettere d’amore con parole d’odio. Perché quando “lei”, o “lui” non c’è più, l’amore diventa immenso e ti ritrovi in un deserto, bollente, infinito, anche di notte; come un coyote, lasciando le tue impronte nella terra arida. Senz’acqua, né cibo, ululando bestemmie alla luna piena. Le bestemmie che solo un innamorato può bestemmiare. Senz’acqua, né cibo perché non ha più senso mangiare, né bere. L’amore non si prova, non si dona, non si costruisce, non si descrive, non si cerca, non si trova. L’amore è. E allora sei condannato. “Incendiata, sono venuta nel deserto a bruciare, perché l’anima prende fuoco quando cessa di amare…”. Piccolo estratto da “El desierto” di Lhasa De Sela. Nata nello stato di New York da padre messicano e madre americana. Porta dentro sé dolcezza e malinconia dei mariachi mista alla sfrontatezza del cantautorato americano, quello di qualità. Uno sguardo sereno e angelico, come quello di una bambina. Una voce intensa, originale, come l’interpretazione dei testi che essa stessa scrive. Una voce che è quella di un fantasma, sussurrata quanto basta, ma profonda, lunga; tutto quel che serve per entrare nei sogni notturni e diventare colonna sonora di sensazioni che ti fanno risvegliare al mattino lasciandoti quella strana sensazione che hai quando non sai se veramente hai sognato. Perché quel sogno era vero. Non vuol dire che sol perché tu ce l’abbia solo in testa, quel pensiero, non sia vero. “Amarti è una preghiera, è il canto del muto, lo sguardo del cieco, il segreto svelato…” (Con toda palabra – The Living Road). Lhasa vive la prima parte della sua vita tra Stati Uniti e Messico, nel continuo nomadismo dei suoi genitori hippy che si spostano da una frontiera all’altra su di un furgone attrezzato a mo’ di scuola per i loro figli; per un’educazione al di là delle regole strutturate della società comune. Infine, si stabilisce in Canada e da lì comincia il suo percorso professionale all’interno della musica, ma comunque continua a viaggiare. Approda anche a Marsiglia, in Francia, dove si unisce alle tre sorelle nel circo e compagnia teatrale Pocheros. Questo eterno girovagare, questo nomadismo, sono parte della sua musica, delle sue parole, che la portano a transitare incessantemente attraverso le frontiere dell’anima. Come nella leggenda messicana de La Llorna, nella quale si narra di una donna che in un raptus d’ira e gelosia gettò i suoi figli nel fiume e da allora continuò a vagare solitaria portando in giro i suoi lamenti, così Lhasa continua a vagare dentro se stessa cercando parole intense, con una teatralità spesso disarmante. Tre i suoi dischi La Llorna, The Living Road e Lasha, poi dei dischi di live e la solite raccolte che non amo citare. Tre piccoli grandi capolavori fatti di amore e di amore per la strada. Necessari.  Sì, solo tre i sui Lp, perché a soli trentasette anni, Lhasa, muore dopo aver combattuto per circa due anni con il solito brutto male. Riusciremo mai a sopravvivere a tutto questo amore? Riusciremo mai a leggere ed a ricordare tutte le parole scritte, le canzoni cantate, i colori dipinti, le lune argentate, i mari sconfinati e le lacrime ed i sorrisi che erano, sono e saranno solo per lui, amore che sempre inevitabilmente muore come ogni cosa su questo pianeta? Se si guarda alla vita del singolo, la vita non è che una manciata di secondi. Se si guarda alla vita del genere umano la vita è infinita. Così è l’amore, finito ed infinito, giovane e vecchio, piccolo e grande, felice ed infelice, rosso e nero. L’amore comunque è.
E si ringrazino gli dei per averci condannato a viverlo.

Riccardo Ceres
riccardoceres@gmail.com

0 replies on “QUANDO L’ANIMA PRENDE FUOCO”